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ORARI DI APERTURA DAL MARTEDÌ AL SABATO DALLE 10:00 ALLE 18:30
CALLE CAOTORTA, 3562 - 30124 SAN MARCO (VE)
Aperto mar - sab dalle 10:00 alle 18:30
Calle caotorta 3562 - 30124 san marco (VE)

Il maestro vetraio Archimede Seguso

L'abilità tecnica di Archimede Seguso come maestro vetraio, in connubio con la genialità del designer, viene riconosciuta a livello internazionale. Gli anni Cinquanta rappresentano per lui anni di ricerca e innovazione.

Tra le sue invenzioni, i “merletti” (1952) e le “piume” (1956), che sviluppa riscoprendo la tecnica della filigrana settecentesca. Vetri artistici ”merletti” di indescrivibile bellezza sono conservati nei più importanti musei nel mondo. [Per la lista dettagliata dei Musei che ospitano opere di Archimede Seguso, Vi invitiamo a consultare il sito].

Inizia inoltre, qualche anno prima, la collaborazione con Tiffany&Co, storico marchio americano, che prosegue ancora oggi. Dal dialogo tra il Maestro Seguso ed i vari direttori creativi susseguitisi presso Tiffany&Co nascono collezioni iconiche, delle quali sono conservati i prototipi negli archivi della Vetreria Artistica.

Bio_Seguso

Archimede collabora anche con altri artisti e designer del panorama italiano e internazionale: nel 1952, con Giuseppe Santomaso, Archimede Seguso elabora una serie di maniglie a vivaci colori per le porte delle cabine telefoniche TELVE, preludio all’opera del grande pannello studiato e costruito per lo Stadio del Ghiaccio di Cortina d’Ampezzo in occasione delle Olimpiadi Invernali del 1956; in collaborazione con Luigi Rincicotti crea ‘Il Gioco’, scultura esposta alla Biennale d’Arte di Venezia del 1966. Gli anni Sessanta continuano a regalare opere in vetro formidabili, oggi contese dal collezionismo. Ricordiamo i “fili continui” del 1962, del 1964 gli “Aleanti”, del 1966 i “Colori e le Fasce sovrapposte”, i “Filigrana stellata” e i “Cipolla” (a fili) del 1968: tutte queste collezioni sono state esposte alle Biennali di Venezia.

Archimede tuttavia non lascia l’antico amore per la scultura a massello: crea opere quali “Testa di donna dormiente”(1971), collegata all’altorilievo di “Donna dormiente seduta su uno scanno” del 1951, “Il germoglio” e “Doppia eclissi” (1986), “Testa di bimbo”(1972) e “Testa di donne con i capelli al vento”.

Nel 1982 partecipa alla mostra dei Mille anni del vetro a Venezia a Palazzo Grassi e al Museo Correr, con più sculture e con il “Cristo deposto”: l’opera, custodita nel Museo della Basilica di San Marco a Venezia fino al 2019, è ora in esposizione nel Museo privato della Vetreria Artistica Archimede Seguso a Murano, Fondamenta Serenella 18.

Nel 1989, per festeggiare i Suoi 80 anni, l’Organizzazione Save Venice lo onora tributandogli una mostra personale a New York dal titolo “Il Maestro dei Maestri” presso Tiffany & Co.

Nel 1990 un’altra personale viene presentata al Museo Otaru in Giappone e nel 1991, a Venezia, il Comune di Venezia ospita “I Vetri di Archimede Seguso”, unico caso in cui le opere di un artista vivente vengono esposte a Palazzo Ducale. La mostra ha un successo inimmaginabile e viene per due volte prolungata l’apertura.

Sensibile ai fatti contingenti, nel 1992 realizza “La mia Europa”, un obelisco in vetro blu soffiato alto più di due metri che viene esposto nel Lussemburgo e a Liegi, oggi conservato nella Vetreria Artistica Archimede Seguso.

Nello stesso anno crea la collezione di opere in vetro ‘Dimanche Matin’ [qui link alla pagina della collezione], scelta per inaugurare la Galleria di Archimede Seguso a Venezia, in Calle Caotorta 3562 [apri mappa].

Negli ultimi anni di vita l’ispirazione riprende forza e motivo dalle ricerche sull’uso del colore, come i vasi “Riflessi e Intarsi” (1990) ed i “Carnevale” (1987/1989), ma soprattutto amiamo ricordare la serie di “Vasi la Fenice” (1996), diversi l’uno dall’altro per forma e colore, nei quali il Maestro Seguso descrive il tragico evento dell’incendio del teatro veneziano, vissuta a dieci metri di distanza dal rogo con il terrore che il fuoco raggiungesse la sua casa. Sulla vicenda scrive anche John Berendt, autore statunitense di fama internazionale, il romanzo ‘Dove cadono gli angeli’ (The City of Falling Angels), tradotto in più di 50 lingue, in cui lo scrittore racconta il periodo trascorso a Venezia per indagare sul fatto. Tra le figure del panorama veneziano, spicca il personaggio di Archimede Seguso: lo troviamo in apertura e chiusura del libro nei cui capitoli si intreccia anche la descrizione delle sue vicende familiari. Il ritratto che emerge di Archimede è totalmente positivo e suscita nel lettore l’affezione verso il Maestro dei Maestri, genio innovatore del vetro muranese del ‘900.

L'esperienza del maestro Archimede

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